Il drink nasce all’interno della comunità gay di Province Town, nel Massachusset con il nome di Stealth Martini, il colore rosa dato dal cranberry serve a diversificarlo dagli altri Martini’s e per dare un tocco femminile al “Re dei cocktail”. Esiste una leggenda molto divertente al proposito. Si dice che la dose di cranberry fosse a mano libera, infatti il barman doveva versare delle gocce di succo fintanto che il cliente non esclamava con un urletto “Ma che bel rosa!!”…Nel 1970 sempre in questo locale il drink venne ripreso e riveduto e il suo nome cambiato in Cosmopolitan. Il drink venne abbandonato in fretta, come tutte le mode, ma venne ripreso da Cheryl Cook che lo propose allo Strand di Miami per lanciare le prime bottiglie di Absolut Citron, una delle prime voodke aromatizzate del mercato. Il drink ebbe anche le attenzioni di Dale de Grooft e Tony Cecchini che lo rielaborarono aggiungendo il Cointreau e uno squeeze alla fiamma di scorza di arancia fresca all’interno del bicchiere. Questa innovativa tecnica, mai adoperata prima da un barman, cambiò per sempre i profumi del cocktail che permetteva di aumentare i sentori agrumati con gli oli essenziali liberati e bruciati dalla fiammella. Il drink ebbe la sua consacrazione definitiva quando Madonna lo adottò come suo drink preferito, seguita a ruota dalle ragazze di “Sex and the City”.
farina, latte, uova
Il Cuba Libre deve il suo nome naturalmente all’isola di Cuba, ma in realtà sono tante le ipotesi sull’origine. Cuba Libre o Cuba libera, secondo alcuni è stato ideato per festeggiare l’indipendenza di Cuba dalla Spagna, verso la fine del 1800, ottenuta grazie all’aiuto degli Stati Uniti: un barman cubano miscelò la Coca Cola (prodotto tipico americano) al rum (prodotto tipico cubano) per unire simbolicamente le due nazioni (tuttavia questa versione non convince per quanto riguarda la nascita della Coca Cola). In origine pare che il Cuba libre fosse un Daiquiri allungato con Cola. Poi arrivò la versione più semplice.
Rum bianco, Coca cola, Succo di lime
Secondo quanto afferma William Grimes, autore di Straight Up or On the Rocks: The Story of the American Cocktail, molte persone affermano di aver bevuto Margarita in Messico già negli anni trenta, da cui si deduce che il margarita fu inventato prima del 1940.
Tequila, Triple sec, Succo di lime
L’origine di questo storico drink non è ben definita, la prima testimonianza scritta della sua ricetta compare in un famoso libro pubblicato da John Davis nel 1803 a Londra.
Il termine Julep deriva dall’arabo e originariamente indicava uno sciroppo dolce a base di acqua e zucchero, utilizzato come ingrediente per il cocktail.
La diffusione di questo drink negli Stati Uniti si deve al Senatore americano Henry Clay del Kentucky, che lo introdusse per primo al bar Round Robin del famoso Willard Hotel a Washington D.C. durante la sua permanenza in città.
Bourbon whiskey, Zucchero, Menta
L'origine del mojito rimane piuttosto controversa: viene spesso narrato che un cocktail simile al moijto fu inventato dal famoso pirata inglese Sir Francis Drake (El Draque) nel XVI secolo. Quella versione era preparata con aguardiente (rum non invecchiato) di bassa qualità, lime, acqua, zucchero raffinato bianco di canna e una specie locale di menta, la hierbabuena. Nella metà del 1800 pare che la società Bacardi abbia dato un impulso di popolarità alla bevanda, che comunque raggiungerà la sua definitiva popolarità solo nel XX secolo.
Anche sulla versione moderna del mojito non pare esistere certezza assoluta su chi lo ha proposto per primo, anche se i nomi solitamente più pronunciati sono quelli di barman della Bodeguita del Medio, Attilio De La Fuente, oppure Angel Martinez, che effettivamente rilevò il locale nel 1942, all'apice della sua notorietà per essere frequentato da noti personaggi.
Rum bianco, Succo di lime, Menta, Zucchero di canna bianco
Il Moscow Mule, nasce nel 1947,Il drink fu inventato da tre uomini di affari che si riunirono a New York, al Chatham Hotel, per discutere e decidere una strategia comune per il rilancio dei loro prodotti sul mercato americano. Il primo, John Martin , responsabile di un grosso distributore di bevande alcoliche e cibo, la Heublein Brothers, il secondo Jack Morgan, proprietario della Cock and Bull Products, produttore di bibite fra le quali spiccava la poco conosciuta e venduta Ginger Beer, nonche proprietario di un noto ristorante a Los Angeles con lo stesso marchio e Rudolf Kunett (al secolo Kunetchansky), presidente della Smirnoff America, in procinto di essere rilanciata negli Stati Uniti, dopo la poca fortuna riscossa anche in Europa.Giocando sull’effetto emulazione i tre uomini di affari comprarono pagine intere dei quotidiani che riempirono con le foto di consumatori di Moscow Mule, catturate durante le feste, che loro stessi davano al ristorante. La gente, alla ricerca di un minuto, di notorietà, preconizzato da Andy Warhol, faceva a gara per essere fotografata con la tazza di rame mentre sorseggiava il drink.
Vodka, Succo di lime, Ginger Beer
Durante gli anni settanta l’uso della vodka ebbe una grande impennata fra i consumatori americani;inoltre, verso la fine del decennio, cominciarono ad essere importati i primi Peach Schnapps. Fu dunque fra gli anni settanta e gli anni ottanta che cominciarono ad essere creati i primi cocktail fruttati. Durante lo spring break del 1987, a Fort Lauderdale, la National Distribution, un’azienda di distribuzione di liquori, indisse un concorso per sponsorizzare il peach schnapp. Ted Pizio, allora barman al Confettis, mescolò il liquore di pesca con vodka, succo d’arancia e di cranberry, ottenendo grande successo fra gli avventori. Quando Ted chiedeva la ragione per cui molti giovani venivano in florida per lo spring break, le risposter erano beach (spiaggia) e sex (sesso): decise di chiamare il cocktail dunque Sex on the Beach.
Vodka, Peach tree, Cranberry, Succo d'arancia
Anidride solforosa e solfiti in concentrazioni superiori a 10 mg/kg o 10 mg/l espressi come SO2
usati come conservanti, possiamo trovarli in: conserve di prodotti ittici, in cibi sott’aceto, sott’olio e in salamoia, nelle marmellate, nell’aceto, nei funghi secchi e nelle bibite analcoliche e succhi di frutta
Arachidi e derivati
snack confezionati, creme e condimenti in cui vi sia anche in piccole dosi
Crostacei e derivati
sia quelli marini che d’acqua dolce: gamberi, scampi, aragoste, granchi, paguri e simili
Frutta a guscio e derivati
tutti i prodotti che includono: mandorle, nocciole, noci comuni, noci di acagiù, noci pecan e del Brasile e Queensland, pistacchi
Glutine
cereali, grano, segale, orzo, avena, farro, kamut, inclusi ibridati e derivati
Latte e derivati
yogurt, biscotti e torte, gelato e creme varie. Ogni prodotto in cui viene usato il latte
Lupino e derivati
presente ormai in molti cibi vegan, sotto forma di arrosti, salamini, farine e similari che hanno come base questo legume, ricco di proteine
Molluschi e derivati
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canestrello, cannolicchio, capasanta, cuore, dattero di mare, fasolaro, garagolo, lumachino, cozza, murice, ostrica, patella, tartufo di mare, tellina e vongola etc |
Pesce e derivati
inclusi i derivati, cioè tutti quei prodotti alimentari che si compongono di pesce, anche se in piccole percentuali
Sedano e derivati
presente in pezzi ma pure all’interno di preparati per zuppe, salse e concentrati vegetali
Semi di sesamo e derivati
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oltre ai semi interi usati per il pane, possiamo trovare tracce in alcuni tipi di farine |
Senape e derivati
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si può trovare nelle salse e nei condimenti, specie nella mostarda |
Soia e derivati
latte, tofu, spaghetti, etc.
Uova e derivati
tutti i prodotti composti con uova, anche in parte minima. Tra le più comuni: maionese, frittata, emulsionanti, pasta all’uovo, biscotti e torte anche salate, gelati e creme, etc.